mercoledì 6 gennaio 2021

- " LA BEFANA"... INTERPRETAZIONE DI " GIOVANNI PASCOLI" -

 

- LA BEFANA DI GIOVANNI PASCOLI -
- FANTASY HOUSE SARA -

La Befana di Giovanni Pascoli

Viene viene la Befana

vien dai monti a notte fonda.

Come è stanca! La circonda

neve, gelo e tramontana.

Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,

e la neve è il suo mantello

ed il gelo il suo pannello

ed il vento la sua voce.

Ha le mani al petto in croce.

E s’accosta piano piano

alla villa, al casolare,

a guardare, ad ascoltare

or più presso, or più lontano.

Piano, piano, piano, piano.

Chi c’è dentro questa villa?

Uno stropiccìo leggero.

Tutto è cheto, tutto è nero.

Un lumino passa e brilla.

Chi c’è dentro questa villa?

Guarda e guarda… Tre lettini

con tre bimbi a nanna, buoni.

guarda e guarda… Ai capitoni

c’è tre calze lunghe e fini.

Oh! Tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,

e ne scricchiolano le scale;

il lumino brilla e sale,

e ne palpitano le tende.

Chi mai sale? Chi mai scende?

Co’ suoi doni mamma è scesa,

sale con il suo sorriso.

Il lumino le arde in viso

come lampada di chiesa.

Co’ suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra

sente e vede, e s’allontana.

Passa con la tramontana,

passa per la via maestra:

trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c’è nel casolare?

Un sospiro lungo e fioco.

Qualche lucciola di fuoco

brilla ancor nel focolare.

Ma che c’è nel casolare?

Guarda e guarda… Tre strapunti

con tre bimbi a nanna, buoni.

Tra la cenere e i carboni

c’è tre zoccoli consunti.

Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila

sospirando e singhiozzando,

e rimira a quando a quando

oh! quei tre zoccoli in fila…

Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;

fugge al monte, ch’è l’aurora.

Quella mamma piange ancora

su quei bimbi senza niente.

La Befana vede e sente.

La Befana va sul monte.

Ciò che vede e ciò che vide:

c’è chi piange e c’è chi ride;

essa ha nuvoli alla fronte,

mentre sta sul bianco monte.


In questa poesia, il Pascoli, con grande capacità evocativa, ci regala due quadretti di realtà sociali opposte. Due madri che si apprestano alla celebrazione di questa festa.

Da una realtà sociale benestante dove l’attesa è serena e tutto è pianificato, a quella dove la ricchezza è riposta nella fede e nella speranza di una madre che piange per non poter garantire l’immediatezza di una gioia al risveglio dei suoi figli.

Forse tutti abbiamo sperato in una conclusione felice, ma il Pascoli rimane in quella realtà e non chiude in bellezza questa poesia.

Lascia che la Befana se  ne vada sul bianco monte e che anch’essa rimanga a pensare a quanto sia duro il vivere di alcune persone.



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