mercoledì 25 agosto 2021

- NEMO'S GARDEN - NOLI - LIGURIA -

 L’orto subacqueo é diventato realtà!!!

NEMO'S GARDEN È IL PROGETTO DI IDROPONICA SUBACQUEA CHE CONSENTE DI COLTIVARE ANCHE IN ZONE INOSPITALI ALESTENDO DEGLI ORTI IN BIOSFERE ANCORATE NEI FONDALI MARINI.


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- FANTASY HOUSE SARA -




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Era il 2012 quando Sergio Gamberini ha fatto il primo tentativo rudimentale di coltivazione subacquea, con una sacca d’aria trasparente ancorata sul fondo del mare.
 “Solo per curiosità, in un momento in cui c’erano stati problemi di coltivazione di basilico” dice Gianni Fontanesi di Ocean Reef, società che si occupa di strumentazioni subacque e – dal 2013 – e anche di coltivazione subacquea, col progetto nato dal quel primo esperimento nelle acque di fronte a Noli, in Liguria: Nemo’s Garden di cui Fontanesi è il coordinatore. 
I risultati sono stati sorprendenti e la ricerca è andata avanti con una spinta nel 2015 – effetto di Expo – quando hanno investito ulteriormente su questo progetto che – anche a detta loro – inizialmente sembrava un po’ pazzo. 
“Non è soltanto una cosa mai fatta prima, ma anche mai pensata prima”. 
Coltivare basilico (e non solo) sott’acqua.



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Poi spiega :“Usiamo biosfere di metacrilato di 2 metri di diametro posizionate tra i 6 e i 10 metri di profondità”, sorta di mongolfiere trasparenti in cui trovano alloggio, su mensole posizionate all’interno, dalle 65 alle 95 piante ognuna.
 Una volta portate sul fondo, stabilizzate e ancorate (con 28 catene) si soffia dell’aria all’interno, che essendo più leggera si posiziona nella parte superiore della biosfera, spingendo l’acqua sotto. 
“Sono 2 mila litri di aria che danno una spinta verso l’alto pari a circa 2 tonnellate” spiega “per questo serve un sistema di ancoraggio solido, anche per resistere a correnti e mareggiate, e per questo al momento preferiamo mantenerci su 2 metri di diametro perché una maggiore dimensione implicherebbe un sistema di ancoraggio di gran lunga più robusto”.
 Alla base, una piattaforma consente di entrare agevolmente dentro le cupole, dove è installato un sistema di coltivazione idroponica. 
“Oltre a sistemi idroponici orizzontali abbiamo anche coltivazioni compartive in substrato composto da fibra di cocco, ma abbiamo deciso di eliminare la terra sia per motivi di logistica nel trasporto subacqueo che di possibile contaminazione dell’ambiente interno alle biosfere“.




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